domenica 20 dicembre 2009

La felicità

La felicità è sempre legata ai sensi, è forse per questo che ritengo gli animali possano essere felici, per me in particolare la felicità ha il colore giallo delle luci del soggiorno di casa mia il pomeriggio di Natale, un giallo confuso con il fumo del sigaro e del camino, lo stesso giallo che filtrava tra le righe della tapparella verso le tre del pomeriggio al quinto piano di Via Calvanese, quando nel dormiveglia conciliato da un pranzo appena concluso sfruttavo per la mia gioia il senso dell'udito. I suoni della mia felicità sono legati all'arabesco cantilenare del dialetto della sicilia orientale, unito alle sferzate secche e dure delle consonanti foggiane, tutto unito assieme nelle risate che rendono le parole incomprensibili, ma i suoni melodiosi e fantastici. Apparirà strano, ma la sensazione di felicità e di piacere che la mia mente assapora e sviluppa è legata anche a dei suoni apparentemente sgradevoli, ma che più o meno mi vengono in mente così: ilrsciacquodellalavastoviglievecchiadimianonnachelabuonanimadiEnzoapostrofavacome'u'tratturilafisarmonicanelsoggiornochesuonavailballodelquaquaedioconpassioneascoltavosultappetofermola.
Ovviamente all'udito ed alla vista, i sensi più forti dico io, non va lasciata l'escluisiva della felicità, il tatto, il tanto bistrattato tatto, a me ancora oggi suscita sensazioni e sentimenti che trovano le loro origini in un passato che volentieri vorrei potesse ritornare, la ciniglia dei tappeti sui quali gattonare, la resina dei tasti di uno strumento per poter intonare, e poi la pelle delle poltrone che nascostamente sfibravo dando sfogo ai miei sentimenti di bambino che le parole non sapevano ripetere. Anche il gusto ovviamente ci dà gioia, non la gioia del beone che beve mangia ed in questo si trastulla, ma la felicità del fresco gusto dei maccheroni con la salsa e le melanzane fritte, il gusto salato e oleoso della pizza con le olive intere, l'agrodolce della cipolla e delle acciughe, la cannella e lo zucchero dei confetti di carnevale, il formaggio con le pere, il profumo acre delle mandorle tostate. Se tutto questo avverto e sono felice è soprattutto perchè a questa mia felicità so dare un nome Mario, MariaGrazia, Salvatore, Lia, Luigi, Giuseppina, Daniele. Sono e saranno sempre loro la mia vera grande felicità ed i miei sensi nei momenti tristi si riempiranno di tutto quanto loro mi hanno donato che tutto assieme forma la parola AMORE.