giovedì 26 maggio 2011

La borghesia che non c'è più.

L’orgia mediatica sollevatasi con la campagna elettorale volge ormai alla sua naturale conclusione, tra poche ore si apriranno le urne e le bocche si cuciranno quasi che quegli scatoloni bianchi colmi di carta colorata abbiano la facoltà, essi soli, di zittire chi per mestiere o incapacità è portato a parlare troppo. Si vuole tuttavia anticipare di qualche giorno la riflessione pre-elettorale dando ad essa un respiro più ampio, come meritano tutte le cose della politica. Milano e Napoli pur essendo due realtà completamente differenti hanno dimostrato di possedere un elemento in comune, o meglio un comune assente, capace di mettere in profonda relazione queste due capitali, la borghesia. Com’è vetusto questo termine, non se ne sente parlare quasi più, obliato da parole radical chic quali impresa, economia di mercato, globalizzazione e tanto altro. Il coma semantico di questo sostantivo procede di pari passo alla decadenza del concetto che rappresenta, alla progressiva perdita di forza e competitività che questa classe sociale ha subito nell’ultimo trentennio. Non esiste più la borghesia perché non esiste più il borghese, l’uomo industrioso ingegnoso ed alle volte un po’ imbroglione che, per dirla con il popolo, non dorme la notte affinché possa studiare come fregare gli altri di giorno. Tolti i luoghi comuni ironici e un po’ beceri alla borghesia va dato un grosso merito, quello di aver generato il risparmio; il lavoro di una vita d’altronde non poteva essere dilapidato, doveva invece essere accumulato per poi farlo moltiplicare così che i figli potessero vivere nell’agio e tramandare la “roba” di famiglia. Questo sistema criticato, ma non scriteriato, ha consentito alla piccola Italia dei tanti borghesi di resistere alla botta della crisi globale perché nonni e genitori appartenenti a questa classe avevano saputo fare le formiche consentendo oggi ai figli cicale, di fatto non più appartenenti alla classe di chi sa fare impresa, di aggrapparsi al gruzzolo di famiglia per resistere e continuare a navigare, seppure a vista, ma distanti dalle più amare secche della finanza. In una condizione del genere il sistema ha retto e con esso Milano e Napoli, ma adesso il serbatoio sta ultimando le sue riserve e gli pseudo borghesi del terzo millennio, non hanno ne’ gli strumenti e ne’la forza di agire, o come occorrerebbe fare oggi re-agire . Non lavorano 14 ore al giorno sette giorni su sette, non hanno un capitale da investire, ma dei debiti da sottoscrivere, non pagano i dipendenti e quindi sono incapaci di catalizzare consenso e voti, insomma non sono borghesi. In un clima siffatto la gran Milan della Moratti non ha potuto contare su chi riteneva appartenesse alla sua specie, poiché, come dimostrato, la specie non esiste quasi più e a dirla tutta nemmeno la Moratti è poi così borghese come dovrebbe essere, s’atteggia a nobile intellettuale, ma poveretta, quando parla balbetta e diventa rossa. Per quanto riguarda Napoli, i guitti e i cafoni sono fuori controllo, i Patrun’, come li chiamano da quelle parti non esistono più, la monnezza puzza, ma la classe media, non più borghese, poco ne subisce i danni, pare che il vomero sia sempre pulito, insomma la voce della base non arriva al vertice perché il megafono si è rotto, d’altronde Bassolino da Afragola era un guitto e non discendeva nemmeno dalla borghesia cittadina, quanto alla Rosa nostra inutile proseguire e se lo stesso Cirino Pomicino che di inciuci borghesi se ne intende sta a guardare, è chiaro che un De Magistris a caso possa ambire a governare una città calda meravigliosa, popolosa e purtroppo puzzolente come Napoli. Dopo essere stato scaricato nell’ordine: dalla magistratura, perché non sapeva fare le indagini, dall’Italia dei Valori perché non sapeva portare l’acqua al mulino del leader e dall’Unione Europea perché pare abbia difficoltà con la lingua comunitaria, l’inglese? No cari amici l’italiano, ecco che l’ex PM più vituperato d’Italia si appresta a fare il grande salto dall’empireo dei grandi accusatori alla mangiatoia dei neo-accusati. Napoli e Milano due capitali specchio di una intera nazione chiunque vinca ci sarà sempre uno sconfitto ed un assente, lo sconfitto sarà il cittadino, l’assente la borghesia, motore trainante di un mondo che non può che essere capitalista e borghese unici fari di civiltà da più di 1000 anni nella storia dell’occidente e se non ci credete allora domandate ai cinesi.

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