lunedì 17 ottobre 2011

Roma in fiamme, cui prodest?

Roma è stata violentata per l'ennesima volta e chi scrive, pur essedosi al momento ritirato dalla scrittura, non ha potuto fare a meno di dedicare una riflessione sui fatti occorsi nelle scorse ore. Una manifestazione preannunciatasi pacifica si è tramutata in una vera e propria bolgia fatta di fiamme, sanpietrini e teste spaccate, mentre la capitale del mondo occidentale veniva violentata ancora e poi ancora senza che nessuno battesse ciglio, senza che nessuno si sia minimamente preoccupato di prevenire i danni che una manifestazione "pacifica" come quella di ieri sanno portare. Dopo questa brevissima e non nuova cronaca di quanto occorso, è assolutamente necessaria una riflessione sulle reali cause dell'accaduto; purtroppo si è consapevoli di cadere nella dietrologia e nel complottismo, ma certe affermazioni, certe facce di cera, le solite opinioni funeree dei nostri politici possono condurre solo a pensar male. Il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, dall'alto del suo scranno di capo delle banche di tutta Italia si affretta a sostenere la manifestazione degli indignati ritenendola legittima e portatrice di idee nuove ed innovative, una affermazione strana sapendo che gli "indignati" sono accaniti oppositori di signoraggio, debito, e finanza, insomma tutto ciò che il Dott. Draghi rappresenta con la sua persona ed il suo ruolo istituzionale. Lo stupore iniziale ed artificioso delle precedenti affermazioni draghiane, volutamente nebuloso si dissipa in una chiara analisi quando un gruppo organizzato di scalmanati trasforma la sfilata del popolo incavolato in una guerra di strada combattuta senza esclusione di colpi. Cui prodest? Ai signori draghi, ai banchieri e finanzieri, che sono riusciti a delegittimare una manifestazione sostenedola. Non so se gli anarco-insurreionalisti, black-block, anarchici o casinisti vari siano stati prezzolati dalle grandi lobbies finanziarie e bancarie, ma una cosa è certa distruggendo le vetrine degli istituti di credito, attaccando i simboli della finanza, hanno legittimato lo sdegno di coloro che vogliono a tutti i costi dimostrare la mancanza di dignità delle manifestazioni popolari. In sintesi vi sosteniamo cari indignati, ma siccome schierate tra le vostre fila i facinorosi distruttori allora siete complici e NOI i signori della finanza siamo sempre le povere vittime di una incompiuta democrazia liberale di cui siamo gli unici strenui baluardi e difensori. Nota di colore per sdrammatizzae, secondo l'opinione di voi che leggete, i negozianti, i proprietari di auto, il comune di Roma e gli altri danneggiati a chi chiederanno IN PRESTITO i soldi per pagare i costi del disastro delle scorse ore? Evviva le liberal democrazie bancario massoniche.

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