giovedì 26 gennaio 2012

Il tempo delle frasi si accompagna sempre al tempo delle azioni, le due cose non sono sempre legate da un rapporto di causa ed effetto, tuttavia nel corso della storia hanno sempre un nesso logico. Le grandi personalità hanno sempre dimostrato la innata capacità di legare parola ed azione dando alla seconda l'incisività necessaria per cambiare addirittura il corso della storia. C'è però un limite forse legato al fato maligno, questo limite è l'approccuio mentale conservativo. La spinta al cambiamento, la dinamica che tramuta il pensiero in atto ha in se qualcosa di rivoluzionario, di irrazionale, è quella spinta che consente di superare le barriere ed i legacci della mediocrità, tuttavia superata l'attrazione gravitazionale generata dalla stasi intellettuale, non si raggiunge un ambiente privo di attriti, pertanto le inerzie faranno in modo che la spinta propulsiva della rivoluzione, qualora non corrattamente alimentata, perda di energia fino a generare un collasso delle idee e quindi delle azioni che da esse scaturiscono. Un maledetto conflitto tra attacco e difesa tra conquista e riconquista, il tutto alternativamente pilotato da profondi balzi in avanti e violente frenate che segano le alterne vicende della storia dell'uomo. In tutto questo perde sempre qualcuno.