domenica 3 marzo 2013

Coloro che non hanno lasciato un solco

Ci sono persone hanno vissuto momenti topici nella storia dell’umanità, sono stati coinvolti in situazioni definite dalla cronaca epocali, hanno visto le proprie forze impegnate in attività che il resto del mondo non avrebbe mai fatto e comunque non sono riusciti a lasciare il segno, a tracciare un solco. L’inabilità di farsi amplificatori di se stessi nel mondo purtroppo coinvolge la maggior parte delle grandi persone, la maggioranza di quegli eroi per caso che costellano gli umani eventi. La super-mediatizzazione è riuscita poi a metterci il suo carico da novanta nel generare questi fantasmi, li ricordiamo come quelli del Carso, quelli di Cefalonia, di Nassirya, delle Foibe o delle fosse Ardeatine, non un nome, non un volto, eccoli, sono proprio questi i disperati che non hanno lasciato un solco, sì perché la generalizzazione del quelli di… Comprime il sentimento, fa scomparire il ricordo in un oblio di massa, la stessa massa che cancella idee ed ideali. Sicuramente questi scomparsi della storia avevano un nome , dei sogni, dei progetti da condurre, una famiglia ad aspettarli, delle mamme e delle mogli in ansia, dei figli che non potranno più abbracciare, insomma un mondo nel mondo che assieme a loro cadde e cade in un imbarazzante oblio. Ultima istituzione a cercare di mantenere vivo il ricordo degli scomparsi era quella militare con i suoi onori ai caduti, le sue cerimonie solenni in ricordo di eventi e battaglie, ma tutto questo oggi tende progressivamente a scomparire, persino il mondo militare, legato alle proprie tradizioni, votato a perpetuarle, con lo scopo di mantenere vivi concetti e valori come Onore, Orgoglio, Esempio e Cameratismo si sta sgretolando di fronte alla burocratizzazione, all’appiattimento del tutti uguali, tanto simile a quel tutti a casa che segnò “La morte della Patria” (cit.) Si dovrebbe concludere ogni ragionamento con un che fare, ma in questa circostanza il rimando alla coscienza di ognuno è un rigoroso dovere. Potremmo prendere degli spunti, uno tra tutti Paolo Caccia Dominioni, un uomo di valore, un combattente di cento battaglie che seppe dedicare l’ultima parte della sua vita agli scomparsi, andò di persona a cercarli nel deserto tra Libia ed Egitto, ne ricompose, per quanto possibile, le spoglie e tentò di ridare a quelle quattro ossa un nome ed un volto, una dignità, un “solco”. Non riusciremo in cotanta opera, pietosa ed eroica, almeno quanto le battaglie d’Africa Settentrionale, ma almeno tentiamo nel nostro ambito, di non rimuovere rivolgendo un pensiero. Il ricordo del passato eroico è una luce di speranza sul futuro, chissà che in quegli uomini senza volto e senza nome non si riesca a trovare la forza ed il coraggio di ricominciare.