mercoledì 13 marzo 2013

Benvenuto Francesco I

Con oltre duemila anni di storia sulle proprie spalle la Chiesa Cattolica di Gesù Cristo Figlio di Dio riesce ancora a stupire il mondo. Il nuovo Papa, Francesco, saluta la Diocesi di Roma ed il Mondo intero con un discorso che nella sua semplicità ed umiltà ha un valore quanto mai ecumenico ed inclusivo. Francesco vuole essere il Vescovo di Roma e dei romani, si fa piccolo nel suo popolo, lasciando ad intendere che siamo tutti fratelli in Cristo, siamo tutti uguali agli occhi di Dio nostro Padre. Fratellanza, empatia ed inclusione vengono poi suggellate dalle preghiera, quella che tutti noi abbiamo fatto da bambini, il Padre Nostro, l’Ave Maria, il Gloria, ancora un modo semplice ed efficace per stringere il Mondo intero in un unico abbraccio, quasi che questi tre inni alla nostra fede siano in grado di sciogliere le barriere di odio e conflitto aprendo i cuori dei più. Viene dall’Argentina Francesco, una terra sfruttata, martoriata e vilipesa nella sua dignità di Nazione, con una storia che nel recente passato l’ha vista per l’ennesima volta consumata quanto e forse peggio che ai tempi delle miniere che le segnarono il nome. È un gesuita Francesco, fa parte di quella Compagnia di Gesù che per centinaia di anni ha lottato anche con la spada per difendere la Santa Chiesa di Cristo e poi il nuovo Papa è Francesco, un nome santo che come quella triade di preghiere recitata al mondo e con il mondo ci unisce tutti, sì perché al Santo Poverello nessuno sa dire di no, al Santo con le stimmate che parlava alla natura e che di Gesù riprese tutto non si può negare una lacrima ed un sorriso. Un ultimo pensiero a quella Benedizione che il Popolo non può dare, ma che come segno di rottura Papa Francesco avrebbe voluto ricevere, una richiesta quella di pregare il Signore perché lo benedicesse è in fondo la richiesta di un uomo, di un Cristiano come tutti, che lo Spirito Santo ha voluto al di sopra di tutti. Sappiamo che non potevi chiederla questa benedizione Francesco, il protocollo non te lo consentiva, ma il tuo popolo, queste pecorelle te l’hanno data lo stesso ed oggi forse si sentono un po’ meno smarrite. Sintesi tra tradizione e cambiamento, sintesi tra le due più profonde anime della Chiesa, ecco cos’è il nuovo Papa, un gesuita di nome Francesco, un uomo che con la Croce e con la spada saprà portare avanti il lavoro dei suoi predecessori per l’unità e la Pace di tutti gli Uomini di Buona Volontà.